IL PARCO

“Ogni anno scompaiono migliaia di specie vegetali e animali che non potremo più conoscere, che i nostri figli non potranno vedere, perse per sempre. La stragrande maggioranza si estingue per ragioni che hanno a che fare con qualche attività umana. Per causa nostra, migliaia di specie non daranno gloria a Dio con la loro esistenza né potranno comunicarci il proprio messaggio. Non ne abbiamo il diritto.”

Papa Francesco

La Mission

Il parco botanico e faunistico di Giardini del Volturno è una infrastruttura verde dedicata ad avvicinare le persone alla natura,
ed in particolare agli animali selvatici ed alle piante.
Nel fare ciò, il parco botanico e faunistico di Giardini del Volturno si ripromette di rafforzare la fascinazione per la biodiversità, combattere gli effetti negativi del deficit di natura specialmente tra le nuove generazioni e nel contempo promuove una cultura scientifica della sostenibilità e dell’ecologia in sintonia con gli attuali impegni internazionali per combattere i cambiamenti globali, ed in particolare la perdita di specie e di ecosistemi, causati dall’attività antropica.

Il parco botanico e faunistico di Giardini del Volturno

All’ ingresso del Parco si è accolti da palme (Phoenix canariensis, Trachycarpusfortunei), cicas (Cicas revoluta), oleandri (Neriumoleander), cipressi (Cupressus sempervirens), dasilirion (Dasylirionsp), ulivi (Olea europaea) e nascosto dagli oleandri c’è un esemplare in crescita di falso Kapoc (Chorisia speciosa).

In questo spazio accogliente convivono amabilmente le piante del Bacino del Mediterraneo con le piante provenienti da altri continenti.  All’inizio del grande viale dei pioppi, sulla destra, si possono ammirare le zebre di Grant, i marabù africani e una miriade di tartarughe acquatiche, sulla sinistra invece la voliera con le cicogne di Abdim, le cicogne europee, gli ibis sacri.

Percorrendo il viale che si inoltra nel parco, sulla destra, il nostro sguardo è catturato dalle piante di ulivo, di lecci (Quercus ilex), dai cespugli di piccole rose tappezzanti, dallo spino di Giuda (Gleditsiatriacanthos) e dai gelsi neri (Morusnigra) carichi di frutti dolcissimi.

Sulla sinistra incontriamo la laguna dei fenicotteri rosa o fenicotteri maggiore (Phoenicopterus roseus) simbolo del Parco.

La laguna è abitata da piante lacustri alcune del genere Carex e Thipa.  Di fronte alla laguna troviamo il pellicano bianco comune, la tartaruga sulcata e la tartaruga gigante di Aldabra. E nella loro splendida voliera ci sono invece le volpi volanti malesi.

Proseguendo lungoil viale di pioppi cipressini (Populusnigra) vediamo le gru coronate e i fagiani. Arriviamo finalmente al laghetto dei cigni reali dove si apre una vasta prateria delimitata da numerosi cespugli di splendide rose mutabilis dalla fragranza delicata (Rosa chinensismutabilis), le cui corolle mutano con l’invecchiamento il colore dei petali, dal rosa scuro al rosa chiaro in una gamma infinita di sfumature.

Superato questo spazio assolato ci inoltriamo in un sentiero ombroso, davanti a noi, bordato da piante di aspidistra (Aspidistra elatior) e nastrine variegate (Chlorophytumcomosum). Possiamo, addentrandoci subito sulla nostra destra, arrivare alla serra dopo aver superato alcuni alberi di acero (Acer palmatum). In serra dimorano piante tropicali che non sopportano il freddo invernale o le basse temperature notturne e tra queste meritano di essere osservate un’aralia papirifera (Tetrapanaxpapyrifer), una pianta del pane americana (Monsteradeliciosa) ed una piccola pianta sensitiva (Mimosa pudica). Uscendo dalla serra lo sguardo si ferma su uno splendido esemplare di canforo (Cinnamomumcamphora) ed in quest’area di verde a prato non è il solo canforo. Ma questo vicino alla serra è un canforo particolare perchè ha numerose tillanzie (Tillandsiasp) aggrappate ai suoi rami che si animano al minimo soffio di vento.

Se ritorniamo sul sentiero troviamo una bordura di agapanti (Agapanthussp) che ci conduce in un grande prato verde dove ci aspetta un bellissimo panorama dal quale è possibile ammirare la città di Caiazzo ed il suo antico castello longobardo.

Il nostro percorso non è finito, ci aspetta il boschetto, e per raggiungerlo dobbiamo superare il padiglione delle feste dedicato agli eventi e ritornare sulla prateria seguendo un viale costeggiato da cipressi, mirto tarantino e alloro.

Arrivati nella prateria raggiungiamo un gruppo di fichi d’ India (Opuntia ficus indica) eun maestoso Eucalipto (Myrtacecae) e costeggiandoli arriviamo nel boschetto di conifere con un sottobosco di pungitopo (Ruscusaculeatus).

Nel boschetto ci sono tante specie animali: gli emù, i lorichetti arcobaleno, i mangiatori di miele,  gli ibis rossi, gli ecletto, i turachi, i buceri, i tamia. E poi troviamo i suricati , i nandù, le lepri della Patagonia, la civetta delle nevi, il gufo reale.

Fa da guardia a tutti gli animali la nostra oca domestica mentre una famiglia di pavoni scorrazza libera per tutto il parco.

Si ringrazia per il prezioso contributo la dott.ssa Dolores Peduto (MiBACT)

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